Il cinema dimenticato è intrinsecamente legato, già dal nome, al concetto di “Tempo”. Noi ci dimentichiamo delle cose lontane: è una verità assoluta.
Sfogliando quelle grandi liste colorate di giornali online, comunemente definite gallery (“I DIECI MAGGIORI INCASSI DELLA STORIA DEL CINEMA, NON INDOVINERETE MAI LE PRIME TRE!”), o le asettiche pagine bianche coi caratteri in grassetto di wikipedia, l’uomo di oggi non potrà fare a meno di notare quanto una buona parte dei kolossal del passato, popolarissimi ai tempi dei nostri nonni, oggi siano quasi del tutto scomparsi dall’immaginario comune.
Capolavori come “Via col vento”, “Catene” e “King Kong” dove sono oggi? Il Tempo li ha fatti sbiadire.
Sentir parlare dei film del passato ci fa sentire responsabili verso i capolavori di tanti anni fa e, a prova di ciò, negli ultimi tempi l’interesse verso il cinema del passato è cresciuto a dismisura.
Si tengono retrospettive, cineforum e vengono restaurati classici più antichi perfino dei nostri nonni.
Questo continuo revival non viene recepito dal pubblico medio, ma da una sempre più larga cerchia di cinefili. Infatti è giusto che accada, dato che così i due binari paralleli del Cinema d’epoca, fatto di vecchi film su pellicola, e di quello contemporaneo, fatto di 4K e Dolby surround, possano procedere senza scontrarsi mai.
In maniera leggermente subdola, però, questa ripresa di vecchi film alimenta nelle menti degli appassionati una falsa verità silente, ma parecchio radicata: “va’ salvato soltanto ciò che è vecchio”.
La sindrome dell’età dell’oro è la grande piaga che affligge la cinefilia degli ultimi anni e questa rubrica, in risposta a ciò, intende “salvare” dall’oblio tutti i capolavori passando sopra al fatto che siano nel tempo lontani o vicini a noi, poiché il cinema dimenticato è proprio di ogni epoca.
Per sfatare il falso mito “antico = dimenticato”, dopo questo articolo introduttivo, il prossimo primo vero articolo sul cinema dimenticato sarà su quello che è, a mio avviso, il più grande film dimenticato degli ultimi anni (spoiler alert): “Cloud Atlas”.
L’obiettivo della rubrica non è però quello di far visionare ai lettori l’esiguo numero di pellicole analizzate in questi articoli, ma di fornire gli strumenti per una ricerca personale che porti il lettore ad una esplorazione globale e trasversale, attraverso i generi e gli anni per scoprire quel vastissimo mondo comunemente detto “Cinema”.
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