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UDS: Unità di strada per persone senza dimora

Cos'è e come funziona?

L’unità di strada è un servizio di matrice sociale attivo in un territorio circoscritto. L’UDS prevede che ci sia un equipe di operatori qualificati e volontari che hanno come utenti, in questo specifico caso, persone senza dimora. Il servizio nasce con lo scopo di prevenzione, sensibilizzazione ed integrazione.


Nella prima fase, l’equipe attua la prevenzione per comportamenti a rischio, come le dipendenze da sostanze, e per evitare l’emarginazione sociale. Si passa poi alla sensibilizzazione al fine di agevolare l’accesso ai servizi da parte degli utenti, che possono trovarsi in una situazione bloccata sul piano burocratico (documenti non più validi, permessi di soggiorno scaduti) o che necessitino di seguire determinati percorsi terapeutici o di rimpatrio assistito. Il destinatario ultimo della sensibilizzazione è il comune cittadino, in stato più o meno agiato, che dispone essenzialmente di una dimora. Il motivo per cui il servizio è prevalentemente rivolto ai cittadini con dimora è per informarli e formarli sui vari temi che circolano attorno al fenomeno sociale degli ‘’homeless’’.

A questa attività si affianca quella di monitoraggio e orientamento, dedicata ai soggetti che si ritrovano a non avere una dimora e che quindi sono tenuti a vivere in strada. Seguire delle persone in stato di disagio è un’attività complessa che comprende: il continuo monitoraggio da parte dell’equipe in ogni sua tappa; il rilevamento del numero delle persone che si trovano per strada, sia che questa rappresenti il loro ‘’rifugio’’ o che sia un luogo di transito; infine un’analisi per distinguere genere, provenienza e definire l’eventuale dipendenza dei soggetti.

L’interazione tra realtà locali e il rispetto della persona, dalla sua storia alle sue esigenze, sono alla base del lavoro che un operatore/volontario è chiamato a svolgere.


Ma come si svolge un’uscita di strada tipo? Consiste in primis nello spostamento nei luoghi che vengono segnalati come punti d’appoggio della/e persona/e senza dimora. Ad esempio, un luogo rinomato per essere punto di aggregazione è la stazione, che è ‘’normalmente’’ vissuta come luogo di passaggio. Una volta giunti sul posto, ci si ritaglia del tempo per parlare. Il dialogo è la chiave per aprire un varco alla conoscenza: l’operatore/volontario inizia a capire chi si trova davanti, quali sono le sue necessità, qual è stato il suo trascorso e quali sono i bisogni immediati. Il passaggio ‘’dalla strada alla casa’’ può essere il più scontato, ma è senza dubbio il più complesso. Perciò, ai bisogni immediati della persona senza dimora, spesso si risponde donando beni materiali, come coperte o tè caldo nei periodi invernali. L’incontro non è scandito da domande e conversazione standardizzate. Può sembrare banale, ma è importante evidenziare che ogni persona ha differenti peculiarità e reazioni. É bene ricordare che l’operatore, non essendo né nella posizione dell’eroe né del salvatore, è una figura di accompagnamento. Dunque nel caso in cui l’utente non si dimostrasse interessato al dialogo né al supporto dell’équipe, l’operatore non è tenuto ad insistere.


Nel territorio circoscritto di Rimini e dintorni, le associazioni e le comunità che si occupano di fornire il servizio dell’UDS sono la Papa Giovanni XXIII, la Caritas, la Croce Rossa e degli enti organizzativi minoritari del circondario. Ognuna di queste organizzazioni ha modalità di approccio differenti e nei prossimi articoli ci si focalizzerà sulla metodologia d’intervento della Papa Giovanni XXIII.

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