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Cardini e Decumani progetto di Rimini

Il progetto prende il nome dalle due vie romane sulle quali era costruito l’assetto urbanistico della città di Roma. I Cardini erano disposti da Nord a Sud, mentre i Decumani da Est a Ovest: nel punto d'incrocio delle due vie si ergeva il foro, principale luogo di incontro e di scambio della città.

Le associazioni che vi partecipano svolgono un ampio ventaglio di attività: chi si concentra sulla valorizzazione del territorio, chi sull’inclusione, chi lavora coi bambini e chi con ragazzi e adolescenti.

Il progetto nasce quindi per “dare forma a qualcosa che c’è già”, come sostiene Francesca dell’associazione Isur, e ha il fine di favorire nuove relazioni e far incrociare varie realtà culturali.

L’obiettivo finale sarà il Microfestival, che Antonio, ideologo dell’intero progetto, descrive come il contenitore delle azioni di queste associazioni, nonché il loro momento di apertura alla cittadinanza, al quartiere, a Rimini. Sarà il momento di restituzione alla città per mostrare un modo diverso di esplorare i luoghi e immaginare un modo diverso di creare legami, informali, destrutturati e spontanei.

Le associazioni che prendono parte a Cardini e Decumani sono Isur, capofila del progetto, Margaret, EcoMuseo, EduAction, Arti in Cantiere, Rigas e 2000 Giovani, di cui fa parte la nostra webzine Riporto di Uno.

La prima associazione che vi presentiamo è Margaret, di cui ci ha parlato uno dei membri, Giorgia.

Il loro contributo nel progetto prevede l’organizzazione nella sede di Isur (Via Costantino Nigra 26) di tre incontri a temi diversi, aperti a tutti.





Essi mirano a favorire dialogo e divulgazione, apportando anche curiosità che integrano le tematiche trattate.

Il prossimo anno invece, nella seconda parte del progetto, presenteranno un laboratorio di reportage etnografico ibridato con il linguaggio antropologico. Lo scopo sarà quello di coinvolgere le persone in un percorso di conoscenza della città, con una parte teorica e una pratica, addentrandosi nel tessuto cittadino.

Un’altra associazione che porta il suo contributo è Ecomuseo (situato nel Parco Ausa, sede dell’Isur), della quale ci ha parlato Sonia, sua rappresentante.

Il loro progetto è legato all’arte, intesa come arte pubblica, che viene però da un percorso di arte sociale. Giovani artisti interagiranno con i residenti, in particolare sarà coinvolto il centro anziani, attraverso un incontro, un dialogo di sguardi, che diverranno disegni.

Il progetto, infatti, riguarderà il ritratto, che non è “un click fotografico” ma “uno stare in osservazione dell’altro, studiare i segni sui volti delle persone anziane come se fossero disegni, mappe che ci raccontano il loro vissuto”.


Ciò non significa solo studiare l’identità di una persona, ma anche l’identità della comunità locale.

Le opere realizzate verranno poi stampate su dei manifesti e verrà fatta un’installazione, mentre gli originali verranno esposti in una mostra di arte urbana, in cui le persone riconosceranno sé attraverso lo sguardo di un altro.

Dell’associazione EduAction ha parlato Antonio, il suo presidente.

Questa si occupa di educazione a 360°, quindi di inclusione, legami e lotta alla povertà educativa.

EduAction propone un laboratorio di teatro sociale, rivolto a bambini tra gli 8 e gli 11 anni, che si terrà nella sede di Isur la prossima primavera in 9 incontri, che precederanno il Microfestival.

Non si tratterà di un teatro performativo, ma di un teatro di ricerca con l’obiettivo di consentire ai più giovani di esplorare la loro storia e identità, attraverso uno studio di se stessi e degli altri in una logica interculturale.

Il progetto si svilupperà in maniera particolare, tramite incursioni durante il festival da parte dei bambini. Loro saranno disturbatori, racconteranno le loro storie alle persone, fermandole e cercando di metterle a disagio, disorientandole. Cercheranno di portarle ad esporsi, a raccontare un pezzo della propria storia, in modo tale che si crei un legame tra loro e chi hanno davanti, che è il fine ultimo del progetto.

Arti in Cantiere (la cui sede è in via Cairoli di fronte al teatro degli Atti), di cui Claudia è portavoce, realizzerà dei laboratori artigianali, dove si metterà in gioco la propria creatività coinvolgendo un mondo variegato. Sarà un modo concreto di usare le mani per creare legami.

L’associazione offre tanti percorsi laboratoriali, come di cucito e di terracotta, aperti a tutte le età.

Fra questi ci sarà un corso tenuto da persone di origine africana che realizzeranno vestiti con tessuti importati direttamente dal proprio paese.

Al Microfestival verrà fatta una sfilata con tutti i costumi e i prodotti saranno venduti.

Rigas, altra associazione partecipante al progetto, è un gruppo di acquisto solidale di Rimini, che include anche la Bottega Poco di Buono - Diversamente Bio.

Rigas cerca rapporti reciproci e stabili con i produttori, preferibilmente locali, che prediligono il biologico, che hanno rispetto per il pianeta, per i lavoratori e che seguano un protocollo etico nel loro lavoro. L’associazione, per contro, garantisce acquirenti fissi.

Dunque, vi è un contatto diretto tra chi produce e chi acquista, senza intermediari: il lavoro di distribuzione, infatti, avviene su base volontaria, in turni. I soci aderenti sono già numerosi, ma, secondo la loro filosofia, più la platea si amplia, più aumenta la consapevolezza, la conoscenza di quella che è la catena del cibo, la produzione e la modalità di diffusione.

La Bottega Poco di Buono, in via Della Lontra 53, offre gli stessi prodotti del gruppo di acquisto (frutta, verdura, farine, legumi, …) a chi non vuole impegnarsi con l’affiliazione. Si tratta di un negozio a tutti gli effetti dove si fa finanza etica: significa che tutti i prodotti che sono in vendita sono selezionati coerentemente alla loro filosofia, con fornitori diversi da quelli della grande distribuzione del biologico.

Associarsi a Rigas è semplice, si può fare in bottega o sul sito Rigas - E-circles; il target è chiaramente chi deve fare la spesa, tuttavia il pubblico è piuttosto variegato, ci sono anche giovani che cominciano a vivere da soli.

Nel progetto Cardini e Decumani Rigas partecipa tramite una “biblioteca dei saperi”: una rete di persone mette a disposizione i propri piccoli saperi concreti come ad esempio riparare una tapparella, aggiustare una bicicletta o fare piccoli lavori di falegnameria.




Didascalia:

Cardini e Decumani è un progetto nato dalla volontà di associazioni che operano nel sociale di favorire nuove relazioni e far incontrare varie realtà culturali.

L’obiettivo finale è il Microfestival, che sarà il momento in cui tali associazioni si aprono alla città per mostrare un modo diverso di esplorare i luoghi e di creare legami informali, destrutturati e spontanei.


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