Buongiorno ragazzi e bentornati a “La Strada”, rubrica creata per studenti universitari determinati e di successo.
Chi non ha mai fatto ritardo a lezione o addirittura all’esame? Disagio di tutti, ma oggi vi spiegherò che il ritardo non è così negativo come sembra!
Primo punto da chiarire: il ritardo è sacrosanto, tardare quei 5/10 minuti è un diritto di tutti!
Infatti, tutto nella vita si può comprare, poi tra gli universitari si compra anche il pranzo del giorno prima (vi prego non fatelo!), ma l’unica cosa veramente senza prezzo è il tempo.
Nessuno può scambiare le sue ore con quelle dell’altro, risparmiare tempo o solamente accumulare più minuti così da poterli avere quando servono!
Questo è terrificante, è veramente spaventoso non avere il controllo dell’aspetto più importante della nostra vita! Tuttavia, immaginate per un momento se potessimo maneggiare il tempo come se fossero gli euro che abbiamo sul conto o nel portafogli: l’umanità si sarebbe già estinta!
Ma sto divagando, quello che volevo condividere con voi sono come sempre esperienze, problemi e soluzioni del mondo universitario!
Quando ancora si poteva frequentare in presenza vedevo tantissimi studenti che correvano da una sede all’altra, con lo zaino da scout, sbagliando strada, sudando, piangendo, con sole, pioggia, neve e tempesta di fuoco del settimo girone dell’Inferno.
Spesso correvano così, tanto per fare, per abitudine, senza sapere dove andare precisamente.
Mi immagino proprio che dicano tra sé e sé: “Adesso ho linguistica… in via Zamboni?? No, no, via Ilario? No, ci sono appena stato, avevo laboratorio! Sono in ritardo, è anche obbligatoria la presenza! E poi come faccio con Latino, il professore è sempre in anticipo…”
Potrei andare avanti per giorni, questo è solo un assaggio della terribile ansia distruttiva che gli studenti universitari sentono ogni giorno!
Come faccio a conoscere così bene le cause della tachicardia di ogni studente?!
Semplice, perché anch’io ero così.
Correvo da una sede all’altra ed essendo pendolare il mio zaino pesava come se avesse dovuto contenere le provviste per andare nella Terra di Mezzo.
Mi raccomando, recitate sempre una preghiera per i poveri studenti pendolari, ormai estinti, credo! 😉
Questi non erano solo i pensieri di un classico studente universitario in difficoltà, ma erano anche i miei e pensavo sempre cose del genere.
Era come se la mia vita fosse stata gettata in un abisso di pura preoccupazione dove non vedevo vie d’uscita.
Che storia triste, ma non poteva essere finita così, non mi arrendo facilmente!
Così, un giorno mi avevano anticipato un corso di un’ora ed ero già in ritardo, ma non avevo molta voglia di correre, sia perché ero un po’ raffreddata sia perché i dolori mestruali non mi davano un attimo di sollievo.
Così, uscita dalla stazione non iniziai a correre, a spingere e ad imprecare contro coloro che erano lenti, anzi mi unii a loro.
Per la prima volta alzai gli occhi dalla strada e iniziai a gustarmi Bologna che è una città bellissima e piena di opportunità.
Camminai tranquillamente, respirando e rilassandomi dal turbolento viaggio in treno e preparandomi ad impiegare la mente per altre 2 ore!
Arrivai con mezzora di ritardo, l’insegnamento era a frequenza obbligatoria, ma la professoressa non mi disse nulla, segnai la mia presenza e seguii la lezione come mai prima d’ora, fresca e attenta!
Quello che vi voglio trasmettere è proprio questo!
Essere sempre di fretta è il modo migliore e più veloce per fallire nella vita, in ogni cosa si intraprenda.
E’ di estrema importanza muoversi velocemente, perché i bradipi non arrivano da nessuna parte, ma c’è differenza tra essere veloci e essere di fretta.
Infatti, di solito, andando di fretta, ci mettiamo un’ora a concentrarci, cioè metà lezione, invece muovendoci velocemente, senza ansia inutile, impieghiamo solo dai 10 ai 20 minuti!
Quindi il ritardo, quello fisiologico e sano, non è sbagliato, anzi è la più grande forma di amore verso se stessi!
Infatti, è amarti talmente tanto da sapere di meritarti qualcosa di meglio di una vita passata a rincorrere le ore degli altri.
Quindi, tu quanto ti ami?
Bene, questo è stato un argomento tosto!
Grazie a tutti dell’attenzione!
Alla prossima!
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