Quante volte ci siamo sentiti dire questa frase? Credo che tutte le persone di questo mondo, almeno una volta nella vita, l’abbiano sentita. Sia chiaro, in lingue diverse, ma con il medesimo significato.
Non mi chiedo mai quale sia il senso dei modi di dire finché non mi trovo in una determinata situazione e improvvisamente essi mi balenano nella testa.
Accadde ciò anche nel caso della frase “Niente è impossibile, se lo desideri davvero”.
E così mi chiesi: a chi può essere mai venuta in mente per la prima volta una simile sciocchezza? Qual è il senso di illudere le persone che tutto sia davvero possibile?
Non so se voi, voi che state leggendo queste mie parole, siete d’accordo con me, ma vi invito a continuare a leggere per scoprire il mio punto di vista a riguardo. Non che possa interessare a qualcuno della mia esperienza, ma perché io ho voglia di scrivere e voi ormai state leggendo.
Avrete sentito sicuramente pronunciare questa frase da un genitore, da un professore o da un amico. In ogni caso essa può rimanere impressa in chi la ascolta o può essere dimenticata. C’è anche chi ne fa una filosofia di vita e, ad ogni occasione, la tira fuori, sfoderandola come una spada.
Scendendo nel vivo della questione, questo detto è adeguatamente applicabile all’ambito scolastico: è proprio a scuola infatti che si può incorrere in piccoli fallimenti, nelle prime vere delusioni, date da uno sforzo non ripagato. È proprio in questo contesto che ci si inizia a domandare per la prima volta se la scelta presa sia giusta e se quella scuola sia adatta alle proprie capacità. Ed è così che la frase ricorre nella mente “Niente è impossibile, ce la posso fare se mi impegno”.
Forse ciò può valere a scuola o in uno sport, quando si è agli inizi, ma personalmente non credo possa valere in tutti i contesti.
Se uno scalatore è in grado di scalare il K2, alto più di 8600 metri, non è detto che ciò sia fattibile per un qualsiasi impiegato in banca o per un commesso di un negozio di vestiti o per uno studente universitario. Queste tipologie di persone sono abituate a passare la maggior parte delle giornate sedute dietro ad una scrivania. Non sarebbero mai in grado di raggiungere la cima del secondo monte più alto al mondo. La preparazione fisica necessaria per tale impresa si ottiene con anni ed anni di allenamento, costanza e passione per questo tipo di sport.
Allo stesso modo la mente, come il corpo, va allenata nel tempo.
Ci sono alcune prove da superare nella vita, alcuni punti di svolta, ad esempio la scelta universitaria.
Bisogna sfatare il mito che tutto è possibile, perché non tutti sono tagliati per una determinata facoltà: c’è chi non è in grado di portare a termine con successo il test di ingresso a medicina, come chi non riuscirà mai ad entrare ad ingegneria.
Non importa quanti sforzi si facciano durante l’ultimo anno di superiori: infatti, se, durante cinque anni di scuola, non si hanno mai avuto voti eccellenti in materie come matematica, fisica, chimica, non si riuscirà mai a superare il test d’ingresso, nemmeno con tutta la buona volontà del mondo.
Sono vani gli sforzi dell’ultimo minuto, non importa quanto si studi i mesi prima del test.
E naturalmente ciò vale anche per gli esami universitari. Magari si è passato il test d’ingresso perché era semplice o ci si è iscritti ad una facoltà umanistica che non prevede alcuna prova per entrarci. Ma chiaramente non basta iscriversi: è necessario studiare ogni giorno, seguire le lezioni ed impegnarsi tanto. E a volte nemmeno questo basta: se non si è portati per alcune materie, non contano gli sforzi che si fanno. Si dovrebbe studiare con costanza per anni, dedicarsi maggiormente a quelle materie in cui si fa più fatica per renderle “possibili”, fattibili.
Non ha alcun senso ripetersi “Niente è impossibile”, perché poi si cresce e, nell’esperienza con la vita, si distrugge questa illusione. Bisogna essere consapevoli di se stessi e comprendere cosa si è in grado di compiere.
Non tutte le sfide vanno accettate, non sempre bisogna essere impeccabili e riuscire in ogni prova che la vita ci mette davanti. Non ha senso farsi carico di un peso più grande di quello che mente e corpo possono sostenere.
Io credo che ognuno non debba necessariamente avere le stesse aspettative degli altri, ma che ciascuno possa ridimensionare i propri sogni, per renderli adeguati alla persona che si è.
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