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Erasmus. L'avventura può iniziare


Ciò che segna l’inizio di un’esperienza Erasmus non è affatto definito. Per alcuni può essere comprare il biglietto aereo o lo scambio di documenti con l’università ospite, per altri l’uscita della graduatoria del bando, il primo giorno di lezioni o l’affitto della camera. Io, invece, ho sempre pensato che il tutto inizia con la scelta della destinazione.


Scegliere dove studiare o svolgere un tirocinio infatti, implica scartare tante altre allettanti mete, per poi indicarne una soltanto. Questo momento più volte mi ha emozionato, gasato e preoccupato. Infatti, oltre all’euforia di immaginarsi già nel luogo, sorgono dubbi sul fatto che sarebbe stato meglio optare per altro, dove c’erano più posti disponibili e più alte possibilità di entrare. Dal momento della scelta, tanti saranno gli adempimenti burocratici da rispettare, come la presentazione ufficiale della domanda, la successiva compilazione del Learning Agreement e del Certificate of Date. Questi portano via tempo, pazienza ed energie, ma tanti saranno anche i contatti da instaurare e le mail da scrivere. Citandone alcuni, troviamo l’ufficio Relazioni Internazionali, il professore responsabile dello scambio, gli amministrativi dell’ente ospitante e i gruppi Facebook in cerca di consigli.

Inoltre, non mancheranno problemi da risolvere. Tra questi i messaggi di fantastici (o fantasiosi) proprietari immobiliari che offrono alloggio, chiedendo di pagare in anticipo e mostrando a malapena due foto dell’abitazione. Gli stessi scompariranno dopo semplici richieste o non saranno nei paraggi per qualche settimana, e tu, alle strette, devi inviare una ricevuta di avvenuto pagamento il prima possibile. Diffidate di tutto ciò.

Altro problema. Ogni università (italiana ed estera) adotta modalità di “accettazione” differenti. Perciò, se tramite l’Alma Mater di Bologna si va ad Alicante, si procede in un modo, mentre se si decide di fare tirocinio a Cork, tutt’altri saranno i documenti da ottenere, inviare, far firmare, scannerizzare e rispedire. È per questo che non è affatto semplice dare consigli su cosa serve, come farlo e le rispettive tempistiche. Anzi sì, un piccolo consiglio vorrei darlo: chiedete sempre all’ufficio relazioni internazionali. Loro sapranno rispondervi meglio di chiunque altro.

Se siete quindi in cerca di un parere su dove andare, prima è necessario chiarire i propri dubbi strettamente personali: mare o montagna? Grande città o paesaggi naturali? Quale lingua (o lingue) parlate? Vivere con la borsa garantita dal bando oppure si ha la possibilità di aumentare il budget di tasca propria? E se sì, di quanto? Dopo aver risposto a queste poche ma importanti domande, si saranno escluse tante opzioni e sempre più vicina sarà la scelta. E a parer mio, l’avventura potrà iniziare!

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