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Carlotta Zoffoli

E la prima lezione?! È questione di bagni

Buongiorno e bentornati a tutti ragazzi!

Vi siete mai chiesti come risolvere la tragedia dei bagni? Bene, leggete fino alla fine e non ve ne pentirete!



Fatto sta che il diritto di andare in bagno è sacrosanto. In confronto, le leggi sul traffico non sono nulla. Tuttavia, vi sconsiglio caldamente di entrare nei bagni della facoltà. Sì, lo so. Perché questo strano consiglio?


Quando ancora si poteva assistere alle lezioni in presenza, leggendo negli occhi del professore e dei compagni un misto di noia e disperazione, il problema dei bagni era fondato. Facile non sentirlo adesso!

Siamo tutti a casa o nel nostro appartamento e ci basta fare 5 passi per essere nella nostra toilette privata, pulita, spaziosa e con tutti i servizi, senza che nessuno bussi continuamente. Se il paradiso esiste deve essere fatto così!


Spero veramente che la situazione sia cambiata durante questa quarantena, ma questa è solo la mia esperienza. Ho conosciuto i bagni della facoltà quando era in una delle sedi più tristi e scomode di sempre. Un luogo dove tutte le matricole hanno fatto la gavetta: il Nosadella.

Fra l’altro il dramma non era solo rappresentato dai bagni, ma si respirava ovunque, dalle poltroncine senza banco a quell’atmosfera che induceva il sonno in meno di un secondo.Terribile per uno studente universitario.

La costruzione chiusa, rilassante e buia, dove non si riusciva mai a vedere uno sprazzo di luce, tipica di un cinema, era mortale per uno studente che vuole seguire una lezione o riprendersi dai postumi di una sbornia.

Quelli più in crisi, però, erano sempre i pendolari. Gli altri ragazzi si limitavano a bere caffè e chiacchierare, ma i pendolari... i pendolari erano sempre scontrosi, nervosi, presi in strani calcoli e gelosi del loro cibo come fosse oro!


Chiaramente non tutti erano così.Questo è per mostrarvi come unambiente chiuso come il Nosadella potesse peggiorare di gran lunga il trauma del risveglio mattutino di questi poveri ragazzi!

“Ma perché gli studenti pendolari se la cavano peggio?”

Perché non hanno resistenza. In fondo, come dargli torto? Fanno colazione alle 6:00 di mattina e prendono il treno, di minimo 2 ore, per essere in eterno ritardo, sfiniti da una lunga frenetica corsa che li porterà a una lezione già iniziata!

E’ chiaro che dopo uno stile di vita del genere si diventi incontinenti. La cosa bella dell’università?! Al professore non importa che tu stia attento o meno: in bagno ci puoi andare tranquillamente. Potrei anche finirla qui, ma un problema c’è. I bagni non sono come quelli del liceo!Non sono belli né puliti né dotati d’acqua corrente. NO!

Sono sporchi, i pavimenti pieni di carta igienica e vari prodotti organici sparsi ovunque (non mi riferisco solo ad assorbenti)!


E le file poi... le persone non potevano essere più nervose. In confronto, Piazza Verdi sembra un centro estetico! Io, però, non ci volevo credere e, nonostante i racconti raccapriccianti e le testimonianze a riguardo, ho voluto vedere di persona non solo quel bagno, ma tutti i bagni della facoltà!Lì, un po’ della mia fiducia nell’umanità si è smarrita.

Tuttavia, un giorno non riuscivo proprio a resistere e ho deciso di provare una cosa nuova: sono andata in un bar in centro a Bologna e, dopo aver preso un amabile cornetto, sono andata in bagno. Sembrava una cosa dell’altro mondo!

Non solo era pulito, ma anche spazioso e dotato di tutti i servizi di cui una ragazza potesse aver bisogno. Quindi, morale della favola: “Non rischiare di ammalarti perché i bagni dell’Uni fanno schifo, vai in un bel bar!


Infatti, non solo potrai godere di un ottimo servizio, ma con poco più di un euro potrai fare una colazione o un pranzo completo e incontrare tanti altri studenti positivi e rilassati con cui scambiare qualche parola!

La tua vita sociale è troppo importante per essere buttata nel cesso! Letteralmente!


Bene, grazie a tutti dell’attenzione!

Alla prossima!

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